Mai come oggi ci accorgiamo che le nuove tecnologie, molto spesso e ciecamente demonizzate, stiano mostrando i propri aspetti di risorsa, trasformando le distanze e offrendo spazi di comunicazione e condivisione funzionali anche agli apprendimenti. Ma come costruire sessioni di mantenimento allo studio online, garantendo una formula valida non solo in termini di efficacia operativa, ma anche e soprattutto in termini relazionali, di crescita e sostegno ai Bisogni Educativi Speciali?

Stanno cominciando a emergere posizioni e suggerimenti operativi da fonti autorevoli di vario titolo e grado, ma sicuramente dovremo fare i conti giorno dopo giorno con le nostre prassi per far sì che, oltre a misurarne la validità, si possano condividere in maniera efficace un approccio e un insieme di metodi e tecniche utili a sostenere bambini e ragazzi a distanza. La nostra pratica, frutto di riflessioni che anticipavano già la situazione che oggi ci è caduta rapidamente sulle spalle a causa della pandemica diffusione del Coronavirus (COVID-19), non può ancora esprimersi a modello di prassi, strutturata e coerente, ma si sta strutturando coerentemente giorno dopo giorno e, magari d’interesse collettivo, può essere al momento sintetizzata come segue.

Utilizzo degli strumenti di connessione: abbiamo testato i programmi Skype e Zoom – hanno punti di forza differenti – e da subito il riscontro da parte dei bambini è stato positivo, soprattutto nella direzione di curiosità, attenzione mantenuta, stimolazione all’utilizzo delle tecnologie informatiche meno “in vitro” e più “in vivo”.

Utilizzo degli strumenti di condivisione: in alcuni casi utilizziamo sistemi cloud e cartelle elettroniche costruite ad hoc per ricreare “diari” di classe da aggiornare reciprocamente, famiglia e operatore, rispettivamente circa le informazioni sul prosieguo della didattica a distanza proveniente dalla scuola e dall’altra parte circa un metodo coerente di lavoro da impostare insieme, distribuendo compiti anche alla famiglia.

Il tempo insieme e le relazioni: i bambini stanno passando più tempo con entrambi i genitori e questo, per alcuni bambini in particolare, restituisce una serenità maggiore, anche nell’affrontare i compiti e nel farlo a distanza.

Le risorse della famiglia: mai come ora le risorse, sicuramente già osservate nelle singole famiglie, emergono grandemente e risultano di impagabile aiuto al lavoro condiviso con l’operatore.

Le rappresentazioni della famiglia: le famiglie con membro con Bisogni Educativi Speciali, sostenute a distanza, possono sentirsi meno sole di fronte a questa didattica online messa in atto dalle scuole che – non preparate – non sono ancora in grado di armonizzare prassi “inclusive”.

Le risorse dell’operatore specialistico: il lavoro per l’operatore è più complesso, in termini di comunicazione e sostegno agli apprendimenti, ma anche rispetto alla preparazione a monte delle sessioni e alla necessità di lavorare sulla “relazione” online. Questa sfida è però in grado di stimolare a costruire “ambienti d’apprendimento” a cui nessuno è ancora ben preparato.

Come per la psicoterapia online (si rimanda per approfondimenti sullo stato dell’arte di tale questione direttamente al sito del CNOP – Consiglio Nazionale Ordine Psicologi) forse non possiamo immaginare questa soluzione “a distanza” per tutti, ma stante l’attuale necessità abbiamo il dovere di valutarne il corretto utilizzo, potendo lavorare su un vuoto che al momento le famiglie stanno attraversando e farlo insieme alle famiglie stesse. Tutto ciò è possibile a distanza? Sì, se riusciamo a dare nuovi significati a questa “distanza”.